Un'analisi approfondita del rapporto tra Luca Casarini, attivista per i diritti dei migranti, e Papa Francesco, rivelando aneddoti inediti e riflessioni sulla comune lotta per la giustizia sociale.
Luca Casarini, figura di spicco del movimento No Global e attuale attivista di Mediterranea, ha condiviso un rapporto profondo e inaspettato con Papa Francesco. Il Corriere della Sera ha riportato le toccanti parole di Casarini a seguito della scomparsa del Pontefice, rivelando un legame caratterizzato da un'autentica empatia e una sincera condivisione di valori. Non si trattava di un semplice rapporto formale, ma di un'amicizia che ha trasceso le differenze ideologiche.
Casarini descrive Francesco come una persona "fuori dagli schemi", priva di ritualità formali, profondamente umana e curiosa. Ricorda con commozione l'incontro nel 2019 a Santa Marta, durante il quale il Papa, con un'onestà disarmante, confessò la propria impotenza di fronte al "delirio di orrore" che affliggeva il mondo, chiedendo consigli a Casarini e al suo equipaggio. L'attivista ricorda la risposta data al Pontefice: "Santo Padre, continui a fare quello che sta facendo".
Un gesto simbolico, carico di significato, ha suggellato questo legame: la donazione di una croce realizzata con un giubbotto di salvataggio di un migrante morto in mare. Francesco volle appenderla all'ingresso del Palazzo Apostolico, un'azione che rappresenta la condivisione dei valori di umanità e giustizia sociale che legavano i due personaggi. Questo dono, oltre a simboleggiare il dramma dei migranti, rappresentava anche una profonda condivisione delle preoccupazioni e degli obiettivi di entrambi.
Il ricordo di Casarini si dipana tra aneddoti commoventi e riflessioni intense. L'attivista evidenzia come gli incontri con Francesco fossero caratterizzati da un alternarsi di lacrime e risate, momenti di profonda riflessione spirituale alternati a scherzi e momenti di leggerezza. Il Papa, secondo Casarini, non si limitava a pronunciare parole ma le metteva in pratica, stimolando l'attivista a tradurre le parole in azioni concrete, come dimostra l'impegno comune per il soccorso dei migranti in Libia e Tunisia. L'influenza di Francesco sul percorso di Casarini, segnato da un riavvicinamento alla fede, è innegabile.
Le polemiche suscitate dal sostegno, anche economico, del Vaticano a Mediterranea non hanno intaccato il rapporto. Francesco, infatti, avrebbe liquidato le critiche affermando: "È normale, quando facciamo arrabbiare Satana succede questo, ma non preoccupatevi, noi andiamo avanti". L'ultima conversazione tra i due, pochi giorni prima del ricovero del Papa, si conclude con un saluto carico di significato: "Ricordati di pregare per me", un'espressione che sottolinea l'affetto e la stima reciproca.
La storia del rapporto tra Luca Casarini e Papa Francesco dimostra come la condivisione di valori umani fondamentali possa superare le differenze ideologiche e creare legami profondi e duraturi. Un esempio di come la fede e l'impegno sociale possano trovare un terreno comune, anche attraverso l'incontro tra figure apparentemente lontane.